Dall’automazione all’agentificazione: la nuova frontiera della Data Science secondo Var Group

Viviamo in un’epoca in cui l’evoluzione tecnologica procede a un ritmo vertiginoso, spesso più rapido della nostra capacità di assimilarla. L’automazione, che per lungo tempo ha rappresentato il cuore dell’innovazione digitale, oggi non è più sufficiente. Non basta più automatizzare le attività ripetitive: è necessario progettare sistemi in grado di operare autonomamente, adattarsi al contesto e prendere decisioni intelligenti. In sintesi: agire.
Questo nuovo approccio prende il nome di agentificazione.
È il passaggio dalla macchina che esegue alla macchina che collabora. Grazie alla Data Science – disciplina che va oltre i dati per abbracciare modelli, intelligenza e visione – stiamo sviluppando agenti intelligenti in grado di interpretare le informazioni, contestualizzarle e trasformarle in azioni concrete. Che si tratti di ottimizzare un processo produttivo, prevedere le vendite o pianificare il rifornimento del magazzino, questi agenti non si limitano a fornire suggerimenti: intervengono direttamente.
Un esempio pratico? Hyperchat, la piattaforma ideata da Var Group per rivoluzionare il modo in cui le aziende accedono e utilizzano la propria conoscenza documentale. Non è un semplice chatbot, ma un agente AI avanzato, capace di esplorare, comprendere e restituire informazioni aziendali complesse in linguaggio naturale, attingendo da contratti, manuali, ERP o documenti tecnici.
In Hyperchat, l’intelligenza artificiale non è solo un’interfaccia: è un vero e proprio collega digitale. Parla il linguaggio dell’organizzazione, comprende il contesto, si connette in tempo reale a fonti strutturate e non, si aggiorna e apprende. È pensato per affiancare, non sostituire: potenzia la capacità decisionale, riduce il rumore informativo e supporta il lavoro umano con precisione e tempestività.
Questi sistemi innovativi nascono dall’integrazione tra competenze analitiche, infrastrutture digitali e una profonda conoscenza del contesto aziendale. Non si tratta di intelligenze generaliste, ma di agenti verticali, progettati per rispondere a esigenze specifiche e integrarsi nei flussi operativi secondo una logica human-in-the-loop: l’essere umano resta al centro, guida, supervisiona, insegna. L’agente apprende, evolve, propone. Se ben orchestrata, questa forma di intelligenza consente di creare ecosistemi digitali adattivi: ambienti in cui i processi si modellano in tempo reale, dove l’errore diventa un’opportunità di apprendimento. È un cambiamento culturale, prima ancora che tecnologico.
Ed è proprio questo l’obiettivo del team Data Science di Var Group: integrare l’AI nei contesti industriali e aziendali con responsabilità, efficacia e visione. Dai sistemi di raccomandazione ai modelli predittivi, dagli algoritmi per il controllo qualità all’analisi del rischio creditizio, puntiamo a generare un vantaggio competitivo sostenibile, umano-centrico e scalabile.
L’agentificazione risponde anche a una nuova esigenza di governance: in un mondo in cui i dati si moltiplicano, servono strumenti capaci non solo di leggere, ma anche di agire in linea con regole e obiettivi. Servono fiducia, trasparenza e progettualità.
E serve anche un nuovo sguardo sull’innovazione: meno orientato al “fare di più”, più focalizzato sul “fare meglio”.
Per questo, oltre ai progetti tecnologici, in Var Group investiamo fortemente su cultura, formazione e governance. La trasformazione digitale richiede anche una trasformazione organizzativa. L’intelligenza artificiale funziona davvero solo se supportata da un’intelligenza collettiva.
Oggi, parlare di Data Science non significa più solo parlare di numeri o algoritmi, ma di agenti attivi del cambiamento. Significa costruire imprese più consapevoli, capaci di adattarsi, prevedere e rispondere con responsabilità e senso.
Il futuro della tecnologia non è solo smart. È collaborativo. E in questo futuro, la Data Science – quella giusta, ben progettata e al servizio delle persone – può diventare il motore di una nuova economia della conoscenza. Un’economia in cui i dati non solo raccontano, ma agiscono, decidono e generano valore.